Mostra promossa dall’UDI – Unione Donne in Italia dal 10 al 30 settembre 2021 presso l’EX COMPLESSO DEL BUON PASTORE – Via della Penitenza 37 – Roma.
Giornaliste, insegnanti, avvocate e attiviste sono state le protagoniste del dibattito sulla violenza contro le donne “PRIMUM PREVENIRE”, evento conclusivo della mostra “Oltre Dafne fermare Apollo”, curata dall’Unione donne in Italia e finanziata dalla Segreteria della Presidenza del Consiglio dei Ministri-Dipartimento delle Pari Opportunità. Un focus, una riflessione a 360 gradi sulla violenza di genere, sulla sua dimensione strutturale e su come affrontarla per prevenirla.
“Prevenzione, sensibilizzazione e informazione. Sono questi i punti focali per fermare i violenti come già previsto dalla Convenzione di Istanbul in vigore da 10 anni, ma non ancora completamente capita e attuata. Molto è stato fatto per aiutare le donne e punire i colpevoli, ma sono soprattutto le azioni e le politiche organiche di prevenzione che possono fare la differenza nel fermare la violenza maschile nel nostro Paese” ha detto Vittoria Tola, curatrice della mostra e componente della Segreteria nazionale UDI, nell’aprire i lavori del dibattito online. È quello su cui abbiamo molto riflettuto preparando la mostra e quello che le visitatrici e i visitatori ci hanno sottolineato continuamente anche evidenziando dei limiti delle istituzioni in questo senso.
“La stampa è un elemento importante, fondamentale. Informando in maniera corretta dalla parte di lei, si può cambiare l’approccio democratico verso il problema dei femminicidi” ha spiegato Silvia Garambois, Presidente di Giulia Giornaliste. Grazie al Manifesto di Venezia, un decalogo per la buona scrittura, ha spiegato la Garambois qualcosa è cambiato nei titoli e negli articoli giornalistici. I giornali oggi hanno imparato a scusarsi. Un lavoro che deve continuare.
“la mostra Oltre Dafne non deve chiudere oggi ma deve diventare itinerante a disposizione non solo degli studenti e delle studentesse, ma delle cittadine e dei cittadini” ha auspicato Liviana Zagagnoni dell’Udi di Ferrara. Far conoscere le battaglie e le conquiste delle donne nel nostro Paese aiuta a creare interesse, stimoli e discussioni di approfondimento e capite meglio la violenza maschile.
“La mostra è una fonte storica diretta. I manifesti, le voci, le testimonianze, hanno creato un impatto emozionale forte negli studenti. Hanno stimolato riflessioni diverse tra le studentesse e gli studenti e hanno aperto discussioni su come la cultura maschilista si propaghi ancora oggi, a volte senza consapevolezza” ha osservato Annalisa Casalati, insegnante del’IIS “N. Copernico A. Carpeggiani” di Ferrara. È proprio la consapevolezza che bisogna far aumentare sistematicamente e quotidianamente.
Da Partinico, Anna La Mattina insegnante dell’IIS O. M. Corbino ha raccontato di aver lavorato principalmente “con Apollo”, ossia con gli studenti, riuscendo ad aprire varchi enormi nelle loro menti, oltre alla possibilità di percorrere nuove strade. Una fra tutti quella di insegnare all’uomo a vedere attraverso gli occhi delle donne, la modalità della percezione del pensiero femminile. La Mattina si augura che la mostra diventi un osservatorio permanente sui femminicidi (e sulla Violenza Maschile).
“Le narrazioni non sono mai neutre, ma nella guerra che oppone da sempre uomini e donne e che le donne cercano di trasformare in un conflitto non sanguinario le narrazioni storiche letterarie ecc. raccontano la cancellazione delle donne. Dall’Ars amatoria di Ovidio parte il “vis grata puella” il concetto che alle donne piace la violenza, che porta poi a dire che se la sono cercata. È necessario affinare la capacità di vedere le strutture del patriarcato per capire come agiscono su di noi” ha sottolineato con un intervento complesso e appassionato Rosangela Pesenti ringraziando le donne UDI per il filo rosso che portano avanti nel corso della storia. Storia e attualità in cui le donne vivono ancora con una forte disparità e precarietà.
“Precarietà che penalizza anche le giornaliste. Com’è fatta la vita di una donna in redazione? Quante giornaliste raggiungono posti apicali? Quanto è difficile arrivare a certi traguardi?” Sono gli interrogativi posti da Vanna Palumbo giornalista ufficio stampa della Cgil che invita a ricomporre connessioni in un futuro spezzato che ridia senso all’impegno delle lotte femminili e invita le donne ad avere fiducia nella propria capacità di incidere facendo rete. La qualità dell’informazione al femminile non può esserci senza stabilità.
Alessandra Menelao, responsabile nazionale centri di ascolto della UIL, ha ricordato il massacro del Circeo e come quella brutalità abbia svegliato le coscienze di tutti. La Menelao si è soffermata sulla necessità di costruire un Osservatorio per avere omogeneità dei dati e sull’importanza di una formazione specifica per tutti coloro che a vario titolo si occupano di violenza che provenga dalle associazioni e dal sindacato.
La cultura della violenza sulle donne riempie anche le aule dei Tribunali. Lo racconta Sonia Lama, avvocata UDI di Ravenna che ha seguito processi importanti, che dice No all’uso di un linguaggio discriminatorio e stereotipato nelle azioni processuali che ancora esiste e su cui è necessario lavorare per far vedere la realtà come è e non come la si vorrebbe far apparire.”Le sentenze creano diritto, creano storia e creano coscienza”, dice, e lo fanno in nome del popolo italiano.
Maria Pia Vigilante, Presidente centro antiviolenza Giraffa, approfondisce come viene trattata la questione della violenza sessuale sulle giovanissime nelle aule dei Tribunali, di quanto sia importante fare formazione nelle aule di giustizia e dei giudici e di come anche i Pm cadano spesso nel tranello di pregiudizi proprio per una formazione non adeguata e separata da chi affronta la violenza maschile tutti i giorni in tutte le sue forme. Per L’esperienza fatta ha elaborato una importante Progetto formativo e propedeutico a tutti i corsi di laurea all’Università di Bari
Fiorenza Taricone, docente di storia delle donne all’Università di Cassino, ribadisce con forza, in base all’esperienza e alle richieste fatte e mai accolte dal Governo, la necessità di avere moduli propedeutici per tutte le università affinché tutti indistintamente si interessino al tema della violenza di genere. E rivolge un invito all‘ Udi affinché possa farsi promotrice di iniziative e di leggi per costruire una cultura diversa e per una condivisione della storia.
Daniela Dioguardi pone l’attenzione sulla cancellazione nella storia della differenza, sulla violenza di sesso, fenomeni che hanno radici in una cultura patriarcale millenaria. Distinguere tra formazione e informazione è fondamentale. La scuola può fare molto e può fare la differenza. La Dioguardi infine fa appello alle giornaliste affinché trasmettano alle donne un’idea più corretta del femminismo.
Giulia Potenza, responsabile dell’Udi nazionale, nel ringraziare chi ha contribuito alla realizzazione della mostra, le docenti che hanno partecipato con entusiasmo al concorso delle scuole, e le partecipanti dell’incontro odierno, ha sottolineato l’ampiezza, l’importanza e la profondità del dibattito di oggi, che richiederà ulteriori momenti di approfondimento. Ed infatti la riflessione sulla violenza sulle donne non si conclude con la tavola rotonda odierna, ma proseguirà costantemente sia attraverso iniziative itineranti in tutta Italia, sia con la mostra “Oltre Dafne fermare Apollo” che, oltre a continuare ad essere disponibile sul sito oltredafne.udinazionale.org, a breve inizierà il suo viaggio in alcune città italiane.
Roma, 30 settembre 2021